Osteopatia un’alleata in gravidanza contro i dolori, ma non solo
Durante i nove mesi per prevenire e contrastare disturbi come mal di schiena o nausea. Prima e durante il travaglio per renderlo meno faticoso sia per la mamma sia per il bambino. L’osteopatia in gravidanza può aiutare a risolvere molti comuni disturbi che insorgono a causa dei cambiamenti fisici ai quali la futura mamma è sottoposta, in modo naturale e senza ricorrere a farmaci, donandole un benessere che le permetterà di vivere questo momento unico con maggiore serenità. Come ci spiega la dottoressa Monica Vitali, ostetrica.
Dottoressa Vitali, innanzitutto che cosa è l’osteopatia?
È una medicina non convenzionale manipolativa conosciuta in Italia da poco più di un ventennio, ma ideata negli USA alla fine dell’800 dal medico Andrew Taylor Still. Riconoscendo delle tensioni individuate nell’organismo, l’osteopata va a cercare le disfunzioni, ossia gli squilibri che causano malesseri. Poiché la principale disfunzione riguarda la mobilità, all’inizio della seduta lo specialista analizza i movimenti e la postura del paziente per scoprire i punti dove sono presenti blocchi, che possono causare disturbi anche in zone del corpo distanti dal disturbo. Infine, con tecniche manuali (appoggi, manipolazioni, pressioni) si eliminano le restrizioni di movimento per riportare l’organismo in una situazione di salute e equilibrio, stimolando i naturali processi di guarigione.
In che modo può aiutare la mamma durante i nove mesi?
L’osteopatia può essere particolarmente utile in gravidanza, quando la crescita del pancione porta a cambiare gli schemi posturali preesistenti. Nel corso dei nove mesi, infatti, è facile che la futura mamma vada incontro a cervicalgie, mal di testa, nausee, vomito, difficoltà nella respirazione, lombalgie, sciatalgie, pubalgie, dolore durante i rapporti, dolore al coccige, emorroidi, alterazione del sonno, questo sia per un compenso ormonale sia per una compensazione posturale. Grazie a tecniche manipolative non invasive, l’osteopata sblocca tali tensioni e aiuta il corpo ad adattarsi meglio alle modificazioni posturali, favorendo un corretto posizionamento del feto nonché una nascita più fisiologica. Inoltre, prima del parto è molto importante che il diaframma toracico abbia un movimento regolare, perché col trascorrere dei mesi viene compresso dalla crescita del pancione. Le manipolazioni permettono di restituire una migliore funzionalità respiratoria, fondamentale durante il parto per aiutare la mamma a liberare le tensioni, fisiche ed emotive, assecondare al meglio le contrazioni, alleviare il dolore, ossigenare tutto l’organismo, che quindi “lavorerà” in modo più efficace. Questo trattamento è molto utile anche nelle presentazioni podaliche, in cui il bimbo è “girato al contrario”, favorendo il rivolgimento all’interno dell’utero e avendo maggiore spazio di movimento fetale, per permettere successivamente un parto spontaneo, evitando così il taglio cesareo.
E al momento del parto e del travaglio che benefici può offrire?
Che cosa esattamente inneschi il parto non è ancora noto, tuttavia gli studiosi propendono per ipotizzare che sia il neonato stesso a produrre il segnale ormonale che dà l’avvio al travaglio, indicativamente a 40 settimane di gestazione. L’osteopata in questo caso può agire eseguendo un trattamento cranio-sacrale, favorendo, tramite un tocco leggero sulle ossa craniche e sulla colonna vertebrale della futura mamma, la circolazione sanguigna e quella linfatica che permettono il trasporto degli ormoni prodotti dall’ipofisi stimolando la cascata ormonale, fondamentale per il travaglio e parto (endorfine antidolorifici naturali, ossitocina per stimolare le contrazioni e permettere la fuoriuscita del latte, prolattina per l’allattamento). Durante la fase espulsiva permette di produrre catecolamine, ormoni che passando al bambino ne favoriscono il primo adattamento all’ambiente extrauterino. Le manipolazioni osteopatiche inoltre consentono, durante il parto, di essere in condizioni fisiche ottimali ed ottenere così un parto meno faticoso sia per la mamma sia per il nascituro. Durante il travaglio e il parto, il bambino piega la testa e si inserisce nelle strettoie del bacino nel modo più conveniente, facendo un movimento a vite abbastanza complesso che lo aiuta a liberarsi. Al momento della nascita, il piccolo deve spingere per avanzare lungo il canale del parto, sottoposto alle contrazioni uterine, mentre la testa deve restringersi per adattarsi alle ridotte misure del bacino materno. Soprattutto per questo motivo l’osteopata lavora sul bacino, che al momento del parto subisce i cosiddetti cambiamenti di nutazione, ossia il leggero movimento di rotazione insieme all’osso sacro che consente l’aumento di diametro necessario per far progredire nel canale del parto il neonato. Per far sì che questo avvenga senza ripercussioni sul bambino e sulla madre, è necessario che tutte le articolazioni del bacino siano mobili, libere e non bloccate da restrizioni di movimento. Una corretta relazione tra la pelvi, organi, utero e feto e le ossa del bacino pelvico, farà in modo che il nascituro nasca in modo più armonico e fisiologico.
DOPO LA NASCITA PER FAVORIRE L’EQUILIBRIO PSICO-FISICO E LA SINTONIA CON IL BEBÈ
Dopo la nascita i trattamenti osteopatici possono aiutare la neomamma a ritrovare l’equilibrio psicofisico, a recuperare l’elasticità e ridare tonicità al perineo. A livello emotivo, l’aiuta a sintonizzarsi con il proprio bambino, favorendo l’instaurarsi del legame necessario per un sereno accudimento del neonato che avrà un’influenza benefica anche sull’allattamento.
L’osteopatia è considerata tra le medicine non convenzionali manipolative. Riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ne ha pubblicato le linee guida per la formazione in Osteopatia, viene praticata in molti Paesi del mondo
A cura di MARIA CASTELLANO
in collaborazione con DOTT.SSA MONICA VITALI
Ostetrica riabilitatrice
– FORMAZIONE OSTEOPATICA PRESSO LO STUDIO VITALI BERGAMO –