Oli essenziali in gravidanza. Come e quando usarli

Quante volte abbiamo sentito dire “mai usare gli oli essenziali nelle donne in gravidanza”… Ma siamo proprio sicuri che non sia necessario sfatare questo mito? «L’aromaterapia può essere un sostegno importante, sebbene effettivamente molti oli debbano essere usati con cautela (o non usati). Basta conoscerli e affidarsi a chi ne ha le competenze e permetta alla persona di farne un uso consapevole e responsabile. Questo perché i benefici degli oli essenziali in gravidanza sono sorprendenti e possono aiutare a trascorrere questo periodo particolare nella calma e serenità che ogni donna ha diritto di vivere, per il benessere suo e anche del nascituro» dicono la dottoressa Mary Vanotti, ostetrica con formazione in aromaterapia e la dottoressa Monica Vitali, ostetrica con formazione in osteopatia.

Ma si possono usare in qualsiasi fase della gravidanza? E per quali tipi di disturbi possono essere indicati?

Nel concetto di vita secondo la medicina tradizionale cinese, l’età viene calcolata dal momento del concepimento e non della nascita: il feto ascolta, sente, gusta, percepisce e condivide tutto con la propria madre. La futura mamma deve quindi preparare il “proprio terreno” per dare il massimo in equilibrio e armonia al bambino che ha in grembo nel suo sviluppo. Questa “preparazione” riguarda sia la parte fisica, sia quella affettiva/emotiva, nonché spirituale. Sicuramente il primo trimestre di gravidanza resta sempre il più delicato, motivo per il quale con gli oli essenziali si deve andare cauti, ma se una donna ad esempio soffre in modo accentuato di nausea, al punto da compromettere la sua regolare alimentazione, ci sono oli quali la menta campestre, il dragoncello e la camomilla romana così come l’ylang ylang o la maggiorana, che possono giocare un ruolo importante nel contenimento e addirittura nella scomparsa di questa sintomatologia. Per problematiche legate all’apparato gastroenterico o genitourinario, frequenti in gravidanza, causate ad esempio da funghi come la candida, si possono utilizzare invece oli essenziali come ad esempio il geranio o la melaleuca. L’olio essenziale infatti è selettivo, quindi a differenza di un antibiotico, è nocivo per il patogeno, ma innocuo per le cellule buone dell’organismo, ottima arma quindi per contrastare la farmacoresistenza microbica. L’olio essenziale, come il pompelmo, invece gioca un ruolo fondamentale, nella regolazione del tono dell’umore e/o degli ormoni, aspetto anch’esso rilevante sia durante la gravidanza sia nel post partum. In conclusione possiamo dire che l’olio essenziale non vuole sostituire la terapia farmacologica, ma ne rappresenta un valido complemento e sussidio.

 

Una questione (anche) di frequenza
L’olio essenziale possiede una propria frequenza poiché è possibile valutarne la velocità con cui si muovono gli atomi al suo interno. Diversi studi, tra i quali quelli del biologo Bruce Tainio (biologo studioso di energia e fisica quantistica), hanno visto che possiedono la frequenza più alta che l’uomo conosca. Il corpo umano sano di solito “vibra” con frequenze cosiddette biometriche tra i 60 e gli 82 MHz. In corso di infezione virale scende sotto i 55MHz, di raffreddore 58 MHz, di influenza 57 MHz, candida 55MHz. E gli oli essenziali? Alcuni esempi: Menta Piperita 78 MHz, Lavanda 118 MHz, Incenso 147 MHz, Rosa 320MHz e alcuni tipi rarissimi di cipresso superano i 500 MHz (ovviamente parliamo di oli puri, biologici, certificati e di grado terapeutico). Innalzando le frequenze biometriche possiamo aiutare il corpo a rigenerare cellule danneggiate, innalzare il livello di energia e pulizia cellulare e rinforzare il sistema immunitario.

Quali sono le modalità di assunzione degli oli essenziali?

Possono avere diverse vie di somministrazione.

  • Aromatica. La più immediata e di più facile gestione, consiste nel mettere delle gocce su un fazzoletto e inalare profondamente. Può essere gestita anche attraverso l’uso di un semplice diffusore a ultrasuoni che è sufficiente attivare nell’ambiente circostante, così da ottenerne un effetto in modo veloce, ma continuativo.
  • Topica. Per via cutanea, pur servendo una quantità leggermente superiore di olio essenziale e nonostante non sia puro ma venga veicolato con un vettore (come l’olio di mandorla), fornisce una via immediata, ben tollerata, con una velocità di azione di poco inferiore a quella respiratoria-aromatica, ma con un beneficio più duraturo nel tempo.
  • Interna (sublinguale, rettale, vaginale). Permette all’olio essenziale di diffondersi in circa 20 minuti nel sistema circolatorio, quindi con una velocità d’azione molto alta.

 

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della dott.ssa Mary Vanotti
Ostetrica Riabilitatrice, formazione in Aromaterapia
e della dott.ssa Monica Vitali, Ostetrica riabilitatrice, formazione in Osteopatia
Studio Vitali Bergamo

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